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Lieto fine in Sudamerica – Intervista Luigi Ferraris su Milano Finanza

La controllata Enersis porta a termine la ricapitalizzazione da quasi 6 miliardi di dollari e può avviare la campagna acquisti
Mentre la capogruppo prepara la prima emissione di un bond ibrido

Otto mesi di gestazione, quattro differenti perizie per altrettante valutazioni, un lungo braccio di ferro con i soci di minoranza. Tutto per condurre in porto il maggiore aumento di capitale del Sudamerica, quello da circa 6 miliardi di dollari della controllata cilena del Gruppo Enel, Enersis. La parte più cospicua, intorno ai 3,6 miliardi di dollari, è arrivata dalla capogruppo, Endesa, col conferimento delle partecipazioni in una dozzina di società tra Argentina, Brasile, Cile, Colombia e Perù. Gli altri 2,4 miliardi di dollari erano attesi cash da fondi pensione banche e retail, L’operazione vera e propria è partita un mese fa e si è conclusa il 26 marzo, quando i global coordinator JP Morgan, Btg Pactual-Celfin e Bofa-Merrill Lynch hanno comunicato che le sottoscrizioni erano ormai a quota 99,04%. Le azioni residue, circa 157 milioni, sono state offerte il 28 marzo sulla borsa di Santiago. L’adesione è stata pressoché totale (intorno al 93%) anche negli Usa, dove i titolari di Adr hanno sottoscritto la ricapitalizzazione per circa 625 milioni di dollari. Dal quartier generale dell’Enel a seguire passo dopo passo l’evoluzione dell’offerta è stato il cfo Luigi Ferraris, che in questa intervista con Milano Finanza ripercorre le tappe finali della ricapitalizzazione e spiega anche quali saranno le prossime mosse.

Domanda. Dottor Ferraris, come sono state le relazioni con gli altri grandi azionisti di Enersis durante l’aumento di capitale?
Risposta Luigi Ferraris: Tutti gli azionisti hanno supportato l’operazione, che è stata davvero complessa e trasformerà Enersis nella capofila di tutte le partecipazioni sudamericane di Enel nei cinque Paesi in cui siamo presenti, con eccezione di Enel Green Power, che continuerà a sviluppare le energie rinnovabili in tutto il mondo. Era essenziale arrivare a un assetto che semplificasse e razionalizzasse la catena societaria. Il prezzo della sottoscrizione è stato fissato in 173 pesos cileni per azione e da quando l’assemblea del 20 dicembre scorso ha approvato l’aumento il titolo ha impostato una tendenza rialzista che in poco tempo ha raggiunto e superato tale valore, arrivando a punte di 184 pesos. L’azione, insomma, è sempre stata in the money, come si dice.

D. E ora come impiegherete le nuove risorse?
R. Luigi Ferraris: Vedremo quali opportunità offrirà il mercato. La liquidità derivante dall’operazione sarà disponibile a breve e verrà impiegata per l’acquisto di ulteriori partecipazioni di minoranza nei Paesi di riferimento, per alcuni selezionati progetti di merger & acquisition nell’area e l’accelerazione dei progetti di crescita organica. A questo proposito ricordo che possiamo contare su una pipeline di oltre 11 mila MW.

D. L’ad Conti, presentando alla comunità finanziaria il nuovo piano industriale dell’Enel, ha spiegato che al 2017 circa 8,5 miliardi di euro saranno destinati proprio ad acquisizioni e minority buyout.
R. Luigi Ferraris: Possiamo dividere il piano Enel in due fasi. I primi due anni nei quali ci concentreremo sulla riduzione dell’indebitamento anche attraverso cessioni per circa 6 miliardi di euro, piano di ottimizzazione costi, efficientamento e riduzione del capex, e una seconda fase nella quale manterremo costante a 37 miliardi il livello di indebitamento e ci concentreremo nella crescita, anche con l’acquisto di minority.

D. Quali rischi vede per Enel rispetto al rating?
R. Luigi Ferraris: Siamo confidenti che il piano presentato alla comunità finanziaria nei giorni scorsi ci consentirà di mantenere i livelli attuali di rating, che sono BAA2 per Moody’s e BBB+ per Standard & Poor’s, anche grazie agli apprezzamenti ricevuti da alcune agenzie di rating.

D. Avete scelto di ricorrere ai bond ibridi. Perché?
R. Luigi Ferraris: La scelta di ricorrere a emissioni di bond ibridi fa parte del piano finalizzato al rafforzamento della struttura di capitale ed è un complemento delle azioni già indicate. Le caratteristiche di questo strumento sono rappresentate da scadenze lunghe e dal riconoscimento di un 50% del suo ammontare come equity, così come stabilito da meccanismi identificati dalle agenzie di rating. Possiamo emetterne fino a 5 miliardi di euro e non escludo che la nostra prossima emissione possa essere proprio di tipo ibrido.

FONTE: Milano Finanza
AUTORE: Angela Zoppo

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