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Alessandro Benetton accende il Forno d’Asolo

La banca d’affari 21 Investimenti, fondata da Alessandro Benetton, in trattativa per rilevare la società di Maser

L’affare da 100 milioni è quasi cotto a puntino, alla firma mancherebbero solo alcuni dettagli. La 21 Investimenti di Alessandro Benetton, presidente anche del gruppo dell’abbigliamento trevigiano alle prese col cambio di stilista dopo i cattivi risultati di You Nguyen, è pronto ad acquisire la maggioranza di Forno d’Asolo, l’azienda alimentare di Maser (Treviso) da 70 milioni di fatturato che produce torte, biscotti, brioche surgelati. La trattativa con i fratelli Fabio e Paolo Gallina, 49 e 52 anni, proprietari del 50% ciascuno di Forno d’Asolo, secondo il settimanale il Mondo sarebbe a buon punto ma non c’è ancora una conferma ufficiale. Alessandro Benetton bisserebbe con questa iniziativa il successo dell’alleanza attuata con l’azienda di calzature Pittarello, o l’acquisizione della Farnese Vini. Forno d’Asolo, più di 100 collaboratori (350 addetti l’indotto), nella fabbrica di Maser ha 5 linee di lavorazione complete totalmente autonome che producono ogni giorno più di un milioni di pezzi congelati a meno 22 gradi e poi venduti in tutto il mondo. Una storia che affonda nella tradizione. Nel piccolo mulino di Maser la famiglia Gallina aveva iniziato con una piccola bottega di pane. Anche oggi i genitori di Fabio e Paolo seppur anziani sono ancora legati alle tradizioni della terra da cui provengono, ed ogni mattina sfornano come una volta il pane dallo stesso forno utilizzato dai loro antenati, almeno stando al sito dell’azienda. Nel 1985 la svolta: in quell’anno i fratelli Fabio e Paolo Gallina hanno deciso di fare il salto tecnologico: congelare i prodotti appena sfornati per poterli vendere in giro per il mondo. Un successo imprenditoriale che oggi però deve fare i conti con il calo dei consumi e la concorrenza dei big del settore come Findus, leader nel mercato. I trevigiani battono però nomi come Buitoni, Sanmontana, Tre Marie. Ed ecco quindi la necessità e la possibilità di trovare un trampolino di lancio internazionale, proprio la mission della 21 Investimenti che potrebbe mettere sul tavolo dell’acquisto cento milioni. Forno d’Asolo ha chiuso l’ultimo bilancio con 16 milioni di margine operativo lordo e un utile operativo di 8,5. L’entrata nel capitale sarebbe in maggioranza, con possibile sbocco in Borsa nel medio lungo periodo o ritorno del capitale ai fratelli e alla famiglia, che comunque dovrebbero rimanere sul ponte di comando per seguire lo sviluppo della società che produce brioche e dolci anche per conto della grande distribuzione. Ma anche marchi propri come il Cornaretto. Prodotti congelati che finiscono anche sulle navi della Costa Crociere, compagnie aeree, alberghi di tutto il mondo, dal Canada agli Stati Uniti fino a finire nei Paesi del Golfo. Già in passato l’azienda trevigiana era stata corteggiata da gruppi stranieri, come gli svizzeri Hiestand, 2 miliardi di fatturato, e Delifrance. Ma i fratelli Gallina avrebbero preferito l’alleanza di casa con una società d’investimento ben conosciuta nel Nordest, come quella fondata nel 1992 da Alessandro Benetton.

FONTE: Il Gazzettino

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