Auro Palomba sottolinea la grande attesa per i bilanci Fiat, Montedison e Olivetti
L’unica speranza degli operatori è che a questo punto le società si mettano a spingere sul mercato. Vista l’intensità con cui tornano a chiedere capitali freschi in Borsa, infatti, un atteggiamento normale del gruppo dovrebbe essere almeno di sostegno dei propri titoli, se non proprio di incentivo all’intero listino. D’altra parte l’ultima settimana ha riversato su Piazza Affari una serie di operazioni che avrebbero ucciso anche un mercato Toro, e dunque potranno avere effetti ben più devastanti su quello attuale, che vive su scambi sempre inferiori agli 80 miliardi di lire in controvalore. Si è partiti con l’aumento dell’Italcementi subordinato all’acquisizione di Ciments Francais, dunque una normale operazione di finanziamento in Borsa di un’azienda che sta esplicando le proprie funzioni industriali. Si è poi passati attraverso il maxi-collocamento della Stet, per oltre 1.700 miliardi, che fa il palo a pochi mesi con quello del San Paolo, che aveva già impegnato allo stremo i consorzi di collocamento e garanzia. Poi, negli ultimi giorni si sono succeduti Ras, Assitalia, Stefanel più la conversione anticipata del prestito obbligazionario Edison. A parte quest’ultimo caso, ben assorbito dal mercato grazie a un ottimo bilancio e dividendi in aumento, le risposte della Borsa sono state catastrofiche. Per Ras e Assitalia venerdì è stato il tipico “bagno di sangue”, mentre per Stefanel bisognerà attendere domani il responso del mercato, essendo stato annunciato nel pomeriggio di venerdì. In contemporanea si è notato un cambiamento dei costumi di Borsa. La Consob ha addirittura sospeso temporaneamente giovedì le Ras dalla Borsa, in attesa dell’annuncio della ricapitalizzazione. Un provvedimento che in tempi normali sarebbe da considerarsi folle, ma che invece in questo momento è stato salutare, vista la reazione avuta poi dal titolo venerdì. Per quanto riguarda Italcementi, poi, gli analisti appaiono abbastanza sconcertati. L’operazione di acquisizione è valida, è finanziata per la gran parte con liquidità interna, e comunque anche il ricorso al mercato è nella logica di utilizzo di questo strumento. La Borsa ha invece punito Presenti, preferendo alla vocazione industriale un investimento dei liquidi in titoli d Stato, cosa che un’impresa non dovrebbe mai fare, soprattutto se ne può fare a meno. E ora per la Borsa si aprono due settimane importanti. Mercoledì si chiude la liquidazione di maggio, tradizionalmente negativa per Milano. Poi, da venerdì, si attendono i risultati dei principali gruppi, da Ferfin a Montedison, da Fiat a Olivetti. Sul dividendo della holding torinese, che verrà comunicato il 15 di maggio, si è già aperto il consueto “toto” a Piazza Affari. Se fino a giovedì i “ben informati” davano per certa una remunerazione invariata rispetto al ’90, da venerdì sono circolate indiscrezioni su un possibile cambio di rotta: anche a Torino si starebbe pensando a un dividendo in forma “mista” sul modello di quello delle Generali, che danno una parte in contanti e il resto in azioni Alleanza risparmio. Ovviamente si tratta di sole voci, che potrebbero dare qualche preoccupazione alla Consob, se venissero confermate. Da quest’anno vige infatti la normativa che punisce l’Insider Trading, e qualsiasi altra fuga di informazione sarebbe da ritenersi sospetta. E proprio l’Insider è stato uno dei sei casi della settimana, sollevato sul cammino particolare di Italcementi e Stet nei giorni antecedenti gli annunci delle operazioni. Tanto che il presidente della Ras, Umberto Zanni, ha tenuto a far notare il cammino del proprio titolo, assolutamente regolare, sinonimo di trasparenza.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba
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