Sono risultati che inquadrano una “profonda trasformazione culturale” quelli che emergono dallo studio di Community sul significato che gli italiani attribuiscono oggi al lavoro: il gruppo di Auro Palomba specializzato nel reputation management ha condotto un’analisi sul tema, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che è stata pubblicata su La Stampa lo scorso 30 aprile, in modo da offrire un ulteriore spunto di riflessione in vista del 1° maggio. Innanzitutto l’indagine rivela come sia aumentata l’attenzione per la centralità della persona: la dimensione soggettiva ha finito per prevalere su quella collettiva e il solidarismo sembra aver perso valore. Sono tre infatti gli aspetti su cui gli intervistati si dicono maggiormente interessati: realizzazione personale (80,7%), autonomia (79,0%) e percorso di crescita (78,8%). Elementi che rimandano a una concezione di lavoro legata a una gratificazione non solo economica ma soprattutto aspirazionale, imprescindibile quindi dalla prospettiva di una crescita professionale: come si legge nell’analisi “si tratta di un rovesciamento di prospettiva o, forse, di arricchimento, perché l’una (soggetto) potrebbe coesistere con l’altra (collettivo)”.
A condividere questa idea, secondo lo studio del gruppo fondato da Auro Palomba diciassette anni fa, sono in particolare le donne, i giovani, lavoratori autonomi e perlopiù residenti nel NordEst del Paese. Di diverso parere invece il 17,1% del campione: nella loro ottica il lavoro è correlato a rigidità, mentre per il 16,5% fa rima con subordinazione e il 14,5% lo vive come un peso. Interessanti anche i dati relativi alle aspirazioni: potendo scegliere il 58,4% preferirebbe avere prospettive di crescita professionale e di stipendio anche con un contratto meno stabile, piuttosto che avere un posto di lavoro più tutelato ma senza possibilità di progressi lavorativi (41,6%).
Non solo desideri: nello studio di Community trova anche spazio la dura realtà. E così si evince che le giovani generazioni (22,1%), le donne (23,0%) e gli adulti oltre i 50 anni (25,1%) sono le categorie ritenute più penalizzate sul mercato. Il gruppo presieduto da Auro Palomba ha indicato anche alcuni fenomeni che sembrano preoccupare l’opinione pubblica: le problematiche legate alle difficoltà a trovare lavoro, le disparità di trattamenti economici e le espulsioni di lavoratori anziani sono esperienze che la società avverte con un certo timore, come ammette una buona parte degli intervistati.

Auro Palomba: l’idea di lavoro degli italiani nell’indagine LaST di Community
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