Nessuna illusione per la Pirelli. Percorrere le vie tedesche sarà ancora duro, anche se dovrebbe portare a qualche risultato positivo. Nei giorni scorsi si era infatti pensato che le dimissioni forzate del presidente della Continental Horst Urban, avvenute giovedì scorso, schiudessero al Cavalier Leopoldo le porte per la fusione dei settori pneumatici dei due gruppi, tanto osteggiata dal “duro” di Hannover. Ma già nei segnali emersi subito dopo la cacciata di Urban si era capito che dalla strada del gruppo italiano era stato rimosso solo il primo di una lunga serie di ostacoli. La conferma, se mai fosse stata necessaria, è venuta ieri, durante la conferenza stampa che il nuovo presidente della Conti, Wilhelm Winterstein, ha tenuto per commentare i dati di bilancio del ’90. «Al momento una fusione non avrebbe senso», ha detto il successore di Urban, aggiungendo subito che nei prossimi giorni vi sarà un vertice con Pirelli per studiare soluzioni nuove, alternative alla proposta presentata l’anno scorso dai milanesi: «Si parlerà di tutto, nessun settore escluso – ha detto Winterstein – con negoziati aperti e paritari». Ma l ‘importante, dicono ad Hannover, è che non esistano precondizioni o sforzi di predominio: la proposta di take-over presentata da Pirelli non è infatti considerata più valida, e l’uscita di Urban dalla scena ha dissolto “irritazioni” tra le parti che avevano assunto ormai un carattere personale. In questo modo viene spiegata la richiesta di dimissioni forzate avanzata giovedì scorso dai membri del consiglio dì sorveglianza della Conti. In pratica i tedeschi hanno voluto rifarsi una “verginità” in questo negoziato, sgombrando dal campo sentimenti ostili che avevano ormai tra valicato gli ambiti del contendere. Ora si può ripartire da capo, come se nulla fosse accaduto. Ma la linea della Conti è sempre quella difesa da Urban: di fusione, a tutt’oggi, non si parla. Via libera, dunque, ai negoziati, ma giorni e luogo dell’incontro non sono stati comunicati. Si sa solo che ai negoziati parteciperà anche In golf Knaup, responsabile delle finanze, e uomo che era stato definito da tempo il delfino di Urban. Knaup ha intanto precisato che dai verbali dell’assemblea straordinaria dello scorso 13 marzo risulta che la Pirelli ha fra il 30 e il 35% del capitale della Conti ma, visto che per ora la possibilità di fusione viene esclusa, nessun uomo della Pirelli verrà per il momento cooptato in consiglio. L’azienda tedesca, infatti, è ancora a tutti gli effetti una società concorrente. Intanto la cordata anti Pirelli si va disintegrando.
Molti dei suoi membri avrebbero infatti ceduto i propri pacchetti di azioni in Borsa, e anche il direttore finanziario della Daimler-Benz, Gerhard Liner, ha annunciato ieri che il gruppo tedesco intende disfarsi del proprio 5%. Un atteggiamento che può essere spiegato con lo scarso entusiasmo suscitato dai dati del bilancio ‘ 90 della Continental, come d’altra parte quelli fin ora pubblicati dalla Pirelli. Gli osservatori di Borsa sostengono che in questo modo si stanno unendo “due debolezze”, e in infatti il mercato azionario milanese non “tifa” per la riuscita dell’operazione. Il settore pneumatici della Conti, nonostante tutto, rimane in attivo, e Winterstein ha detto di sperare che il gruppo possa chiudere con un utile (questo dato sarà comunicato solo con la semestrale) ed è possibile che nessun dividendo sia distribuito agli azionisti. Lo scorso anno furono dati 4 marchi per azione, contro gli 8 dell’88 di Pirelli si espande in Gran Bretagna. Il gruppo Pirelli si espande in Gran Bretagna nel settore cavi, acquistando da Northern Telecom (gruppo canadese) la divisione cavi terrestri per telecomunicazioni della controllata Stc. L ‘acquisizione, che sarà operativa dal 20 maggio prossimo, sarà realizzata dalla Pirelli Generali, la consociata inglese della Pirelli cavi, la società (interamente posseduta dalla Pirelli Spa) che controlla le attività cavi del gruppo Pirelli nel mondo. La divisione della Stc che passa a alla Pirelli ricopre un ruolo di leader nel Regno Unito per la produzione e la vendita di cavi in fibra ottica e in rame de stinati al settore delle telecomunicazioni. Occupa circa 750 dipendenti in due stabilimenti e nel 1990 ha realizzato un fatturato di oltre 80 milioni di sterline. Il prezzo della cessione non è stato reso noto. Gabriele Maschio, amministratore delegato della Pirelli cavi, ha dichiarato che la divisione cavi terrestri per telecomunicazioni della Stc sarà integrata nell’attività della consociata inglese Pirelli General.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba
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