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Auro Palomba: “Piazza Affari alla guerra dei blocchi”

Gli agenti contro il nuovo sistema, l’analisi di Auro Palomba

Fatta la legge trovato l’inganno. È questo il senso delle parole di Alex Compostella, membro del comitato degli agenti di cambio milanesi, che proprio sul “Messaggero” aveva manifestato perplessità al momento del varo del mercato dei blocchi. Due sono le questioni maggiori: “il quantitativo minimo affinché un’operazione di compravendita possa passare attraverso i blocchi è troppo basso, ma questo non è il problema principale. Il fatto più grave riguarda infatti l’inesistenza di vincoli di prezzo. Per cui, come è accaduto in questa settimana, si verificano passaggi con livelli di prezzo differenti anche del 20-30% rispetto al listino. Questo ovviamente danneggia gli altri risparmiatori, oltre a creare escamotage fiscali di “facile intuito”. La protesta che è montata nei giorni scorsi a Piazza Affari giunge dunque un’altra volta in ritardo. Era infatti evidente dal principio che la creazione del mercato dei blocchi avrebbe costituito un comodo sistema di elusione alla concentrazione in Borsa, ma ancora una volta gli operatori si sono svegliati in ritardo, non opponendo nessuna resistenza al momento della stesura del regolamento. Anzi, secondo la Consob, sono stati proprio gli intermediari a opporsi a vincoli di prezzo che avrebbero limitato la loro autonomia operativa. Così, la forchetta posta nel regolamento che limitava a un’oscillazione dell’1% la differenza fra gli scambi sui blocchi e in Borsa, è rimasta solo per il mercato delle spazzature, dove è meno importante, mentre è stata tolta dai blocchi. Sentirsi un’altra volta defraudati dei loro diritti, gli operatori sono dunque scesi in guerra, e hanno indetto per questa settimana un’assemblea dell’Anpac, l’associazione nazionale. Chiedono alla Consob di intervenire, in nome della trasparenza. Le ragioni appaiono valide. A listino non è possibile, per esempio, avere variazioni di quotazione superiori al 10% della stessa seduta. La soglia così bassa per cui un pacchetto può essere inserito nei blocchi toglie a un mercato già debole linfa vitale. Sommando ai controvalori dei giorni scorsi anche le somme ottenute nei passaggi sui che hanno visto protagonisti, fra gli altri, grossi quantitativi di di Euromobiliare, Sanpaolo, Beni Stabili e Alenia, si sarebbero certamente ottenuti valori più consoni al nostro mercato azionario. Ma Compostella ha anche accennato alla questione fiscale. Cosa vuol dire? “Innanzitutto che, in caso il passaggio avvenga a prezzi inferiori rispetto alla quotazione di Borsa, si pagano meno bolli rispetto a quelli previsti per il listino. Poi c’è anche la possibilità di operazioni di società inserite nel medesimo gruppo che potrebbero avere vantaggi fiscali a far passare di mano i titoli a prezzi differenti rispetto alla quotazione ufficiale. A mio modo di vedere sono comunque tutti problemi che dovrebbero essere risolti dalla Consob”. E’ dunque cominciato, come prevedibile, il pallottaggio tra intermediari e commissione di Borsa sulle responsabilità alla base di questa anomala situazione. A Via Isonzo fanno notare che all’estero in alcuni casi non esistono neanche limiti minimi per definire un blocco, mentre sul problema della differenza di prezzo, come spiegato sopra, attribuiscono la colpa agli intermediari. Nelle altre principali Borse, infatti, esiste sempre la “forchetta” sopra menzionata, magari più larga dell’1% (può essere il 2 o il 3%). Per cui, rimanendo al caso dell’Alenia, di cui sono passati 1,1 milioni di titoli a 3.169 lire, il 60% in più del prezzo di listino, gli autori della transazione avrebbero dovuto spostare anche il prezzo sul mercato, con un onere ovviamente maggiore. Da ultimo il problema della trasparenza: rispetto alla situazione precedenza c’è il vantaggio che gli operatori autorizzati a operare su questo mercato devono fornire il nome del venditore, ma rimane sempre incerto quello d’acquirente. Come si vede, al di là delle proteste dell’Anpac, per la nuova Consob del presidente Berlanda, gli aggiustamenti da fare alle serie di nuove regole varate sono molte. A Piazza Affari, questa volta, attendono però fiduciosi, vista la disponibilità mostrata da Berlanda. Il mercato però, mai come ora, ha fretta.

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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