La tregua fra operatori di Borsa e istituzioni è durata poche ore. La lunga assemblea nazionale degli agenti di cambio, che si è svolta ieri a Milano, si è infatti conclusa con la decisione di attuare una giornata di sciopero lunedì prossimo, 10 giugno, con un eventuale bis per il lunedì successivo, in caso le istanze della categoria non vengano accettate dalla Consob. Gli agenti hanno deciso il passo estremo dopo un’assemblea rovente, e nonostante l’intervento fra le corbeille del presidente della commissione Finanze della Camera, Franco Piro, che aveva promesso il proprio impegno, chiedendo agli agenti di non astenersi dal lavoro. Gli operatori di Borsa chiedono di essere ammessi a discutere, insieme alia Consob, i regolamenti di attuazione della legge sulle Società di intermediazione mobiliare. Secondo il presidente nazionale Giuseppe Gaffino, infatti, le bozze normative elaborate dalla Commissione stravolgerebbero lo spirito della legge sulle Sim cosi come approvata all’inizio di quest’anno. In tarda serata è arrivata la convocazione, per il prossimo 18 giugno, da parte di Bankitalia e della Consob, per agenti di cambio, banche e commissionarie, a un incontro in cui verranno sottoposti alla loro attenzione gli elaborati dei regolamenti sulle Sim.
Non si sa se questo passo sarà sufficiente per evitare lo sciopero di lunedì. Dopo pochi mesi di calma per la Borsa è dunque di nuovo bufera. Gli agenti di cambio vedono infatti minata l’unica certezza che avevano ottenuto nella lunga trattativa con il governo e con le banche, e che riguarda va l’esistenza di un periodo transitorio fra l’attuazione dei regolamenti, prevista per il prossimo 4 luglio, e la nascita delle Sim. «Siam o giunti alla conclusione – ha detto Gaffino – che i regolamenti colpiscono profondamente nel suo insieme il mercato, provocando un’ingessatura non compatibile con la logica del mercato stesso». L’assemblea ha votato lo sciopero, che sarà ripetuto il 17 giugno se non interverranno novità, con 66 voti favorevoli, 11 contrari e 5 astenuti. Fra gli oppositori dell’agitazione molti agenti milanesi, mentre sono stati in particolare gli operatori rom ani ad assumere la posizione più intransigente. La giornata della Borsa è dunque vissuta scandita dall’assemblea che si svolgeva alla Camera di Commercio, a non più di 100 metri dal capannone di Piazza Affari.
Il momento particolare è stato reso ancor a più atipico dall’improvvisa comparsa fra le corbeille di Franco Piro, che si è incontrato davanti alle telecamere della Rai con Attilio Ventura, presidente del Comitato di Milano, e poi ha preso la parola (onore attribuito finora solo a Bettino Craxi quand’era presidente del Consiglio), provocando l’interruzione delle contrattazioni. Piro, dopo avere ammesso di essere venuto per caso in Borsa (era stato all’assemblea del quotidiano Italia Oggi), ha ricordalo l’impegno del Governo che ultimamente ha approvato diverse leggi che regolamentano il mercato finanziario, e di essere convinto che presto verranno anche quelle che mancano, ovvero Opa, fondi chiusi e pensione. II presidente della commissione Finanze, che ha detto di non volersi sostituire alla Consob e a Bank italia, ha convenuto sul fatto che i regolamenti debbano seguire lo spirito della legge sulle Sim, e ha ricordato agli a genti che il loro sciopero costituisce un reato, stante il loro ruolo di pubblici ufficiali. In risposta a questa affermazione, Gaffino ha ironizzato: «Vuol dire che ci arresteranno». Oggi, infine, toccherà all’associazione procuratori valutare la presa di posizione dei loro datori di lavoro.
FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba
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