Era il 20 aprile del 1964 quando il primo vasetto di Nutella uscì dalla fabbrica di Alba, racconta Bernando Bertoldi. Tutti la amano, ma quanti sanno che è l’esempio di una storia imprenditoriale di successo? Michele Ferrero doveva ripercorrere le orme del padre e dare un nuovo spirito ad un prodotto già affermato. Si chiamava Supercrema allora. Quando nella mente di Pietro Michele Ferrero si accese una lampadina: perché non trasformare il costo e la scarsità di semi di cacao, che aveva reso difficile produrre il cioccolato, in un’opportunità? E così, superò l’ostacolo, guardandosi intorno, scelse le nocciole, creando prima la Pasta Giandujot, un piccolo panetto da tagliare e poi la Supercrema. L’idea era buona, aveva lanciato qualcosa di innovativo sul mercato, qualcosa che ancora non si era assaporato e che avrebbe stupito il pubblico. Eppure l’economia correva veloce, verso una direzione sempre più globale e un passo avanti era necessario. Lo fece, con coraggio, il figlio Michele. Qualche modifica al packaging, al prodotto, ma soprattutto al nome. E fu così che la Supercrema diventò la celebre Nutella, rispondendo all’esigenza di un mercato sempre più internazionale. Una storia che dovrebbe far riflettere i più giovani, una storia che insegna e ispira. Il mercato non è statico, bensì in continuo mutamento. L’innovazione è ineluttabile ma a volte pensare in grande, lanciarsi in enormi progetti, spinti dal successo, senza paracadute potrebbe rivelarsi pericoloso. Così Bernardo Bertoldi invita a procedere con cautela ed equilibrio: occorre innovarsi, pensare e creare, ma è imprescindibile camminare su sentieri già battuti e tuffarsi solo laddove si conoscono profondamente le acque. Si tratta di un percorso difficile, da affrontare con coraggio, è l’essenziale per restare competitivi. Sulla scia di Ferrero, lo sapevano anche i fratelli Loro Piana, che per costruire uno dei marchi più esclusivi del lusso sono partiti dall’eccellenza nel cashmere, tesoro famigliare. Sono i giovani, coloro che scorgono i rapidi cambiamenti del mercato, coloro che riescono a leggerlo e far proprie le sue dinamiche, innovando un prodotto finalizzato alla continuità aziendale. Tuttavia l’innovazione non è un cambiamento drastico, si rischierebbe di annientare lo spirito imprenditoriale. L’innovazione è un’evoluzione del DNA dell’impresa, di quell’essenza ad essa intrinseca, che muta per adattarsi al mercato. E come realizzarlo a livello pratico, lo svela Bertoldi: cogliendo al volo le opportunità che si profilano all’orizzonte, guardando con occhi ben aperti e con coraggio. È un cammino in salita, ma se portato a termine senza indugi, il successo è garantito. E se così non fosse, oggi nessun bambino (e adulto) sorriderebbe davanti a un barattolo di Nutella.
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