Press "Enter" to skip to content

Davide Serra ai microfoni di Rai Tre: l’intervista all’Amministratore Delegato di Algebris Investments

A Davos, in occasione del World Economic Forum, conferenza annuale tenuta per discutere le sorti del capitalismo globale, la giornalista Lucia Annunziata ha raggiunto Davide Serra per sottoporlo all’intervista andata in onda domenica 24 gennaio su Rai Tre, alla trasmissione In Mezzora. L’interesse suscitato da parte dell’Amministratore Delegato di Algebris Investments è dovuto al suo essere un personaggio in prima linea, a partire dalla sua vicinanza a Matteo Renzi e dalle dichiarazioni in materia economica, fino all’ultimo spunto di discussione fornito dall’intenzione di investimento in Monte dei Paschi di Siena.

Davide Serra si definisce un imprenditore in finanza, fondatore di una società di risparmio gestito. Ha un ruolo di influenza nel dibattito politico ed economico italiano, in quanto contribuisce a fornire una visione d’insieme dall’estero sottolineando i lati positivi dell’Italia, come l’opportunità di capitalizzare sui punti forti. Da italiano, ritiene il raggiungimento dei risultati ottenuti impresa ardua, in quanto l’Italia negli ultimi 20 anni non risulta avere la medesima credibilità. Conoscendo invece il valore del Paese in cui è cresciuto, in cui ha studiato e nel quale ha svolto il percorso formativo, riesce a riconoscerne la consistente offerta in una situazione di competizione globale.

Grazie al suo intervento, in Italia, la concezione del fare finanza si è modificata, passando da negativa a positiva. Ciò che ancora non è chiaro in merito alla sua figura è se si pone quale sostegno al Paese, oppure se intende speculare sullo stesso: “è una questione culturale”, risponde Serra. “Il mio mestiere è quello di gestire risparmi, perciò ritengo che una figura come la mia socialmente sia molto importante, in particolar modo in un periodo storico in cui gli interessi sono al ribasso. Ed è importante farlo nella maniera più corretta possibile. In Inghilterra il mio mestiere è definito ‘investitore istituzionale’, quindi il termine ‘finanziere’ non esiste perché chi finanzia sono le banche. Noi ci limitiamo a gestire ed investire, senza godere delle medesime garanzie riconosciute ad un istituto di credito e correndo, perciò, il rischio in prima persona di subire delle perdite nel momento in cui qualcosa dovesse andare storto”.

Affrontando il tema MPS, Davide Serra dichiara di aver effettuato tale investimento perché ha visto le condizioni adatte, oltre a voler dare un segnale a livello globale per non alimentare il panico che il suo crollo ha scatenato. Seguendola dal 1995, insieme ai primi 250 gruppi bancari e assicurativi al mondo, sostiene che a causare la caduta ci sia stata disinformazione in Italia da parte delle autorità competenti, in merito a leggi europee approvate da oltre tre anni. Sul fronte della Banca d’Italia, Serra sostiene che l’istituto si sia trovato con risorse limitate per far fronte alla situazione, perciò non ha avuto modo di intervenire se non fino al momento del collasso. La banca è perciò stata commissariata e successivamente posta in liquidazione.

Discutendo delle mancanze riscontrate nel sistema bancario italiano, viene nominato anche il caso relativo a Banca Etruria, in riferimento al quale Davide Serra si pronuncia estraneo, per il semplice fatto che l’azione di monitoraggio effettuata da Algebris Investments include principalmente gli istituti bancari di grosse dimensioni e, inoltre, quotati. Ciò che però l’esperto di finanza sottolinea è la lentezza con cui le banche popolari italiane stanno approcciando la trasformazione in società per azioni, questione che viene affrontata da anni anche a livello europeo.

Ci si interroga infine sull’andamento delle Borse, il quale, come sottolinea Davide Serra, non è precisamente prevedibile. Propone tuttavia una stima: nell’arco di due o tre anni, in Italia le banche sia equity che di credito, vivranno una crescita, motivo per il quale è una buona tattica investire, mentre a livello globale si riscontra una tale paura di un ritorno alla crisi del 2008, che non si vuole provocare nuovamente.

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*