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Digitale e sostenibilità, un connubio possibile? Intervista a Davide D’Arcangelo

Le tecnologie digitali sono ormai parte integrante del nostro quotidiano ma nonostante ciò i più ignorano quale sia l’impatto ambientale di semplici attività come l’invio di un’e-mail o la riproduzione di un video in streaming. Se è vero che il digitale è l’alleato più prezioso verso la transizione ecologica, fondamentale diventa capire come utilizzare queste tecnologie in maniera responsabile e sostenibile. Questo il tema centrale della puntata di “Io, Chiara e il green”, programma radiofonico in onda su Rai Isoradio, che ha visto come protagonista Davide D’Arcangelo, esperto di innovazione e Responsabile Relazioni Esterne della Fondazione Italia Digitale.

Le tecnologie non sono di per sé sostenibili o non sostenibili, ma ovviamente dipende dall’uso che se ne fa. The European House Ambrosetti ci dice che entro il 2030, grazie al digitale, contribuiremo ad abbattere le emissioni di CO2 del 10%. Ci sposteremo di meno, utilizzeremo meno carta e ci sarà una gestione più efficiente sia delle aziende che delle città. Si può dire che non esiste transizione ecologica senza transizione digitale”.

Tuttavia, le stesse tecnologie entrano a far parte di quello che l’esperto definisce il ciclo della circolarità ambientale: “Si stima che oggi nel mondo le tecnologie siano responsabili quasi per il 4% dell’emissione di gas serra, con prospettive fino all’8,5% nel 2025. I fattori principali sono gli enormi consumi elettrici di server e data center, mentre dal punto di vista del consumo di risorse la produzione di dispositivi elettronici”.

Quali i comportamenti da assumere per migliorare la situazione? “Sicuramente utilizzare meglio le tecnologie a disposizione commenta Davide D’Arcangelo Ad esempio per l’archiviazione dei dati è meglio affidarsi al cloud; bisogna poi preferire il download di un video rispetto allo streaming, o ancora evitare di allegare file alle mail ma condividendo invece dei link. Ci sono poi diverse azioni come diminuire la luminosità degli schermi dei dispositivi, sganciarli dalla rete quando non in uso ed eliminare vecchi messaggi immagazzinati. C’è bisogno di consapevolezza, altrimenti il rischio è appunto quello di impattare nella maniera opposta”.

Lo sviluppo delle tecnologie digitali è anche uno dei capisaldi del PNRR, con il 20% delle risorse destinate alla transizione digitale. Investimenti che verranno destinati alla realizzazione di data center, alla promozione di una cultura dell’innovazione sostenibile e al sostegno di progetti di ricerca e sviluppo incentrati sulla diminuzione dell’impatto ambientale delle tecnologie abilitanti.

La strada tracciata è quella giusta, ma quello che manca al Paese in questo momento non sono tanto le risorse, avverte Davide D’Arcangelo, quanto un coretto e sano dialogo tra pubblico e privato. Scarseggiano poi anche le competenze, soprattutto nella Pubblica Amministrazione: “Negli ultimi 20 anni di spesa pubblica ridotta non abbiamo costruito competenze diffuse in grado di accelerare percorsi e processi. Oggi che ci sono le risorse ci troviamo scoperti e questo è il gap da recuperare per spendere in maniera efficace ed efficiente le risorse del PNRR”.

Per visualizzare l’intervista completa:

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/03/Io-Chiara-e-il-green-del-14032023-65bd43bc-c13e-4872-abfd-991a698427d1.html

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