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Economia circolare, Ares Ambiente: verso una società sostenibile attraverso il compostaggio

L’importanza dell’economia circolare nel contesto attuale è sempre più evidente, poiché si propone di ridurre l’utilizzo delle risorse e minimizzare gli sprechi, promuovendo al contempo il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei materiali. Come sottolineato da Ares Ambiente, uno degli esempi concreti di economia circolare è rappresentato dagli impianti di compostaggio.

Gli impianti di compostaggio svolgono infatti un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi di riciclo e riutilizzo dei rifiuti, offrendo un esempio tangibile di come l’economia circolare possa essere applicata con successo. Queste strutture sono progettate per trasformare i rifiuti organici, come scarti alimentari, sfalci di giardino e potature, in compost, un ammendante naturale. Tale processo avviene grazie all’azione di microrganismi, in condizioni controllate di ossigeno, umidità e temperatura. L’impianto è in grado di seguire un ciclo circolare: accoglie i rifiuti organici che altrimenti verrebbero destinati alla discarica o all’incenerimento e li trasforma in compost. Quest’ultimo può essere impiegato per migliorare la fertilità del suolo nell’agricoltura, nell’orticoltura e nella gestione del verde urbano. Ciò comporta diversi vantaggi, ricorda Ares Ambiente: non solo si promuove l’efficienza delle risorse, riducendo la dipendenza dai fertilizzanti chimici prodotti industrialmente e sfruttando le risorse locali, ma si contribuisce anche a ridurre le emissioni di gas serra e l’impatto ambientale associato alla gestione dei rifiuti.

Per sostenere l’adozione di pratiche di economia circolare, sia in Italia sia in Unione Europea, sono state introdotte diverse normative e direttive. Tali misure mirano a favorire la riduzione degli sprechi, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei materiali. Secondo il portale dedicato all’economia circolare di Confindustria Italia, sono state recentemente introdotte quattro direttive sul “pacchetto economia circolare”, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 14 giugno 2018. Queste direttive modificano sei precedenti direttive sui rifiuti, sugli imballaggi, sulle discariche, sui rifiuti elettrici ed elettronici, sui veicoli fuori uso e sulle pile.

Tra gli obiettivi di queste nuove direttive, spiega Ares Ambiente, c’è l’obbligo di riciclare almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025 (con percentuali del 60% entro il 2030 e del 65% entro il 2035), limitando al contempo lo smaltimento in discarica al massimo del 10% entro il 2035. Inoltre, si stabilisce che il 65% degli imballaggi debba essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Sarà inoltre necessaria la raccolta separata dei rifiuti tessili e dei rifiuti pericolosi domestici (come vernici, pesticidi, oli e solventi) a partire dal 2025. Dallo stesso anno, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. Infine, il pacchetto UE limita la quota di rifiuti urbani da smaltire al massimo del 10% entro il 2035.

Queste direttive sono un passo importante verso l’attuazione di un quadro normativo più solido per l’economia circolare. Promuovendo l’adozione di pratiche sostenibili, chiarisce Ares Ambiente, si mira a creare una società in cui il riciclaggio, il riutilizzo e il recupero dei materiali siano parte integrante del sistema, riducendo così l’impatto ambientale e favorendo una gestione efficiente delle risorse.

Per maggiori informazioni:
https://aresambiente.com/economia-circolare-il-compostaggio-come-esempio-concreto/

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