Come sarà il mondo dopo la crisi? Migliore, peggiore o semplicemente diverso? E, soprattutto, quando ne usciremo? Ciò che ha più sbalordito dell’attuale crisi economica è stata la velocità con cui è arrivata e la quasi assoluta mancanza di previsioni. Nel senso che sono stati in pochi, e solo nella tarda primavera dello scorso anno, ad averne intuito l’arrivo, e sono ancora meno quelli che oggi si lanciano in disegni sugli scenari futuri. L’elemento condiviso, ma quasi ovvio, è che si tratti della prima crisi globale, e che l’origine sia ascrivibile al modello finanziario anglosassone, più specificatamente americano. Le analisi non vanno molto oltre. Qualcuno, forse fra i più ottimisti, intravvede un altro elemento di novità rispetto al passato: l’attuale cri-si potrebbe privilegiare i migliori. Nel senso che potremmo essere in presenza, per la prima volta, di uno scenario che non punisce indistintamente buoni e cattivi, ma che scrolla dall’albero le mele più mature per lasciare in vita quelle più forti. Insomma, una crisi meritocratica che colpirà settori e regioni in modo differente e, all’interno del medesimo comparto, solo le imprese che erano già prima in maggiore difficoltà. Ma questo, è evidente, lo scopriremo solo alla fine.
Auro Palomba
FONTE: Fondazione Nordest
AUTORE: Auro Palomba
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