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Gianpietro Benedetti: Danieli potenzia il centro di ricerca

La società capitanata da Gianpietro Benedetti raddoppia la superficie dei laboratori e investe 15 milioni di euro

Danieli, gruppo guidato da Giampietro Benedetti, investe in ricerca e innovazione, potenziando le proprie strutture laboratoriali. Entro l’autunno sarà inaugurato infatti il nuovo centro di ricerca della multinazionale friulana, che porterà a compimento l’opera di ampliamento dell’attuale superficie dedicata all’attività di research e development. I lavori, iniziati lo scorso settembre, comporteranno un investimento complessivo di oltre 15 milioni di euro, che serviranno a raddoppiare la dimensione degli spazi attualmente adibiti a laboratorio. Complessivamente, il centro ricerca potrà contare su 4.500 metri quadri di area prototipi e oltre 1.800 metri quadri (sviluppati su tre livelli) destinati a ospitare gli uffici. «L’operazione – spiega l’amministratore delegato di Danieli, Gianpietro Benedettici porterà a innalzare i livelli occupazionali, incrementando del 30 per cento il personale del centro di ricerca», che attualmente impiega un’ottantina di addetti, tra i quali anche gli impiegati del settore dell’automazione. Il rinnovato polo laboratoriale permetterà di potenziare in particolare l’attività di ricerca nell’ambito del recupero energetico, in stretta sinergia con gli uffici tecnici che sovrintendono ai lavori di ciascuna linea di produzione dell’azienda friulana. Nello stabilimento di Camino, i ricercatori e i tecnici della Danieli si occuperanno sia di testare i prototipi che della simulazione dei processi produttivi. Il trasferimento delle attività del centro Dr di Danieli, diretto dall’ingegner Gianfranco Marconi, nel nuovo complesso sarà graduale e sarà avviato già prima dell’estate, per poi concludersi entro il terzo trimestre del 2013. «Ogni anno la nostra azienda investe in media tra i 140 e i 60 milioni di euro nel campo della ricerca propriamente intesa – sottolinea con orgoglio Gianpietro Benedetti -. Come agiamo? Portiamo in laboratorio un processo produttivo, lo traduciamo in algoritmo e successivamente ci occupiamo di dar vita al l’automazione, generando i vantaggi per la produzione. Ciascun progetto di ricerca può arrivare a durare anche quindici anni: l’importante è avere un’idea e gli strumenti per poterla realizzare». L’ad della multinazionale di Buttrio, intervenendo all’evento 12.12.12 – Restart Friuli, organizzato da Friuli Innovazione, aveva sottolineato la necessità di creare un’interfaccia tra gli incubatoli locali, il sistema universitario e le aziende: «I centri di ricerca non possono vivere per conto loro, ma devono diventare funzionali al sistema produttivo regionale, che deve venire a conoscenza delle competenze e professionalità generate all’interno di queste strutture – riflette il dirigente -. Credo che ricerca e innovazione dovrebbero costituire le precondizioni fondamentali per le istituzioni, e in particolare della Regione, per la creazione di un valido modello di crescita e sviluppo economico».

FONTE: Messaggero Veneto
AUTORE: Christian Seu

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