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Giovanni Lo Storto: “Le aziende puntino sull’entusiasmo dei giovani”

L’intervista de "Il Mattino" a Giovanni Lo Storto: "La fuga di cervelli si ferma dando fiducia ai ragazzi"

Uno sviluppo incentrato sulla valorizzazione del capitale umano e in modo particolare sui giovani. Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’università «Luiss Guido Carli», alle 17, presso la sede di Confindustria Avellino, presenterà il libro «Ero studente, il desiderio di prendere il largo». Nel confronto moderato da Generoso Picone, dopo i saluti di Giuseppe Bruno, presidente di Confindustria Avellino, previsti gli interventi di Berardino Zoina, studente della Luiss, e Piero Mastroberardino, imprenditore e professore di Business management all’Università di Foggia.

Giovanni Lo Storto, la classifica sulla qualità della vita realizzata dal «Sole 24» Ore conferma come l’Irpinia sia culla di laureati. Come si possono valorizzare al meglio i giovani cervelli?

«Questo è un segnale molto importante e in controtendenza con quanto avveniva nel passato. Il coraggio e la voglia di riscatto dei giovani irpini sono certamente sinonimi di chi vuole ribaltare le condizioni da cui è partito e di chi vuole essere la vera leva del cambiamento. È necessario, pertanto, attivarsi quanto prima affinché il futuro sia realmente nelle mani delle nuove generazioni, che devono diventare parte attiva di un tessuto produttivo, che necessita della loro competenza».

Nel libro si parla proprio della voglia di emergere di uno studente. Quali sono le difficoltà per chi vive oggi in provincia di Avellino?

«È necessario capire prima di tutto gli stimoli e i progetti dei giovani, cercando di effettuare un’analisi per dare loro gli strumenti necessari a realizzare i sogni. Fondamentale è garantire quelle pre-condizioni di formazione e probabilmente anche qualcosa in più. Prima bastava una carta e una penna. Adesso ci vuole altro. È necessario, quindi, impegnarsi su contesto che deve essere capace di moltiplicare le occasioni di crescita e di indirizzare meglio i giovani laddove ci sono opportunità. La sfida del cambiamento passa proprio per la capacità di formare. L’Irpinia non deve sciupare questa chance».

Come fermare la fuga di cervelli?

«Portando avanti progetti di controesodo e creando una rete per fare in modo che gli studenti, dopo essersi laureati, tramite l’apporto delle sedi di Confindustria sparse sui territori, possano essere coinvolti nei diversi progetti in itinere delle aziende, capendo così le reali potenzialità del proprio territorio e del tessuto produttivo. Potrà in questo modo essere abbandonata l’idea di lasciare la propria terra di origine e si potrà fermare la cosiddetta fuga di cervelli. Il lavoro, oggi, sta cambiando. Non servono più grandi spazi o enormi capitali, ma idee e apertura mentale. Perché non rimboccarci le maniche e iniziare a guardare con concretezza e figure professionali che prima non esistevano?».

Giovanni Lo Storto, quale potrebbe essere il ruolo degli industriali?

«È fondamentale aprire le porte delle aziende, non solo a parole o con iniziative sporadiche e di facciata. Prima c’era la gioventù bruciata, ora c’è quella incendiaria. Su loro bisogna puntare. Le aziende devono fare di tutto per sfruttare la fiamma viva di chi ha voglia di provarci. Basta imprenditori che mettono i giovani a fare le fotocopie o il caffè. Serve rispetto per l’avvenire».

La fabbrica 4.0 è priorità nell’agenda dello sviluppo. Quale contributo possono dare le nuove generazioni?

«Prepararsi a fondo è la base. Basta pensare al posto fisso o a inutili scorciatoie. È necessario sviluppare partendo dalle competenze. Se siamo aggiornati e investiamo sulla ricerca e sullo studio, possiamo evitare gli errori del recente passato e scorgere più facilmente l’avvenire. Rispettare la meritocrazia è basilare per le aziende, che devono dimenticare le vecchie logiche e dare spazio e possibilità, soprattutto al Sud, a chi merita di occupare un determinato ruolo e meglio ancora se possiede una visione».

FONTE: Il Mattino
AUTORE: Edoardo Sirignano

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