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Imposte e tasse, Giampiero Catone: “Una tregua fiscale non basta, serve un condono tombale”

Il fisco e i comuni battono cassa con l’invio di milioni di cartelle e di accertamenti. Una tempesta di pagamenti per fine anno tra imposte e tasse. La marcia travolgente di un’inflazione a doppia cifra. Infine una crisi che fa scivolare il ceto medio verso la povertà”. Con queste parole Giampiero Catone introduce l’approfondimento sul tema tasse e imposte nel suo editoriale pubblicato sul quotidiano “La Discussione”.

Oggi tra le famiglie italiane vige la precarietà: 4 italiani su 10 affermano che la situazione economica della loro famiglia peggiorerà nei prossimi mesi, mentre 1 italiano su 4 fatica ad arrivare a fine mese o si considera povero. Come se non bastasse, l’incremento della pressione fiscale, avvenuto in un momento di tensioni socio-economiche, continua a gravare sui cittadini che insieme a imprese e professionisti italiani dovranno affrontare ingenti pagamenti ai quali si aggiungeranno i versamenti mensili di Iva, ritenute e contributi. I contribuenti dovranno segnare sul calendario le imminenti scadenze “ordinarie”: il secondo acconto delle imposte dirette (compresi i contributi previdenziali), quello dei fissi da versare all’INPS, il saldo per l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati (IMU), la Tari e l’acconto Iva. Secondo i calcoli degli analisti finanziari, sono quindi circa 11 miliardi gli euro totali che dovranno passare dalle tasche dei contribuenti alle casse dell’erario. Mentre per l’IMU è prevista una stangata da 22 miliardi.

Sono tre i principi su cui si fonda il “patto fiscale” annunciato da Giorgia Meloni: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità; approvare una tregua fiscale che consenta a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco; contrastare “l’evasione fiscale, a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva”. “Una tregua fiscale non basterà per chi è in difficoltà – precisa Giampiero Catoneserve un condono tombale perché altrimenti chi non potrà pagare non potrà mai rimettersi in piedi”. Oggi servono scelte concrete e rapide per far fronte alla crisi attuale. “Non possiamo permetterci di lasciare indietro alla loro sorte migliaia di imprese e milioni di cittadini”.

“Se si vuole affrontare la realtà, allora si agisca di conseguenza. Dare una possibilità a chi vuole riemergere, ridare speranza a chi chiede di tornare a produrre, può essere una lezione saggia di impegno”, conclude Giampiero Catone sottolineando che “molti italiani meritano ancora fiducia a dispetto di qualche rata non pagata e di qualche conto finito in rosso”.

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