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La Riforma della Riscossione: il pensiero di Massimo Rizza

In questi giorni il Consiglio dei Ministri sta esaminando il Decreto Sostegni bis nel quale, oltre alla parte dedicata ai ristori per le Partite IVA ed il sostegno alle imprese, dovrebbe trovare spazio anche una sezione sulla riforma della riscossione fiscale. Sebbene, come sottolinea il commercialista Massimo Rizza, nell’immaginario comune le tasse vengono pagate solo da dipendenti e pensionati, dato che hanno la trattenuta alla fonte, la realtà è tutt’altra. Tra coloro che pagano le tasse c’è di fatto una sostanziale fetta di contribuenti che le paga da sé. Chiaramente, tale tipo di debitori è soggetto ad una forma di riscossione più complessa che necessita di essere rivista.
La scelta di riformare la riscossione nasce dall’esigenza di smaltire le innumerevoli cartelle giacenti e inesigibili, ma soprattutto di focalizzarsi su quei recuperi crediti con maggiori probabilità di successo ed importi più sostanziosi. Una delle ipotesi papabili è che la misura riguardante il condono delle cartelle fino a 5 mila euro diventi in qualche modo parte integrante della riforma, nei termini di una cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali entro una certa somma ed allo scadere di un determinato arco temporale.
Massimo Rizza ricorda che, da quanto si apprende dall’audizione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate dello scorso mese di settembre davanti alla Commissione delle Finanze, “i contribuenti con debiti residui da riscuotere sono circa 17.9 milioni, di cui 3 milioni sono società, enti, associazioni ecc. e i restanti 14.9 milioni sono di persone fisiche, di cui 2.5 milioni con una attività economica (artigiani, commercianti, liberi professionisti)”. Si tratta quindi di un numero non da poco. Basti pensare che l’ipotesi del Decreto Sostegni di stralciare le cartelle fino a 5 mila euro, riguardanti il periodo tra il 2000 e il 2015, equivale alla cancellazione di ben 61.5 milioni di cartelle, per un valore di 70 miliardi di euro.
Per il condono non dovrebbe essere presentata alcuna domanda e, per il momento, non è prevista nessuna comunicazione da parte dell’Agenzia di Riscossione per informare che il debito sia stato cancellato. Gli interessati potranno verificare la propria situazione direttamente nell’area riservata di agenzia Entrate-Riscossione, dove l’estratto indicherà se il debito è stato depennato.
Qualora la riforma divenisse realtà, saranno soprattutto i contribuenti “indipendenti” ad essere interessati. I dati indicati da Massimo Rizza, infatti, dicono che su 17.9 milioni di contribuenti che hanno cartelle in sospeso, 5.5 milioni sono società, enti, associazioni, artigiani, commercianti, liberi professionisti. 12.4 milioni sono quelli che “le tasse le pagano solo loro”.

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