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Le ultime cartucce di Fed e Bce per prevenire la crisi

La banca centrale, era il senso della battuta, non deve rinunciare all’effetto sorpresa, altrimenti i mercati rischiano di esser messi in condizione di sbagliare per eccesso di sicurezza. Ma la filosofia del “Maestro”, così come venne definito Greenspan prima di naufragare nella tempesta della crisi del 2007/08, è stata del tutto ribaltata nella stagione di Ben Bernanke e di Mario Draghi: il mantra delle banche centrali, specie dopo lo storico “whatever il takes” con cui sette anni fa il banchiere romano schierò il bazooka di Francoforte a difesa dell’euro, è che i mercati devono sapere tutto (o quasi) per decidere nella maniera più corretta. Ovvero per adeguarsi il più possibile ai messaggi delle banche centrali, da seguire con la stessa fiducia (e la stessa obbedienza) che meritano le previsioni del bollettino dei naviganti.

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