La rete è al sicuro, la situazione sotto controllo. Lo assicura Luigi Ferraris, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, in un’intervista pubblicata su “La Stampa” e “Il Secolo XIX” lo scorso 3 aprile. “Il nostro compito è garantire la sicurezza del sistema elettrico e la continuità del servizio. Ancor più oggi con l’emergenza sanitaria” spiega l’AD e DG sottolineando come il Gruppo si sia mosso tempestivamente: “Già il 22 febbraio ho attivato il nostro comitato di crisi che, da allora, si riunisce regolarmente tutti i giorni. Abbiamo anche sfruttato le opportunità che offre lo smart working. Il 70 per cento dei nostri dipendenti, cioè 2.800 persone, lavora da casa. Il nostro sistema informatico ha registrato, senza intoppi, fino a 2.600 connessioni contemporaneamente“. Otto centri di controllo sul territorio, ognuna con il proprio back up, che monitorano la situazione, tenendo conto anche delle interconnessioni con l’estero: “L’Italia importa il 10-15 per cento del fabbisogno energetico: gestiamo 26 interconnessioni e vanno tutte tenute d’occhio per intervenire tempestivamente nel caso di calo o interruzione dei flussi. È importante rapportarci con gli altri Paesi, sapere che cosa accade da loro, scambiarci informazioni“. Impossibile gestirli da remoto: “Seguiamo tutte le prescrizioni previste, dal diradamento delle postazioni di lavoro, alla continua sanificazione dei locali. Siamo organizzati per coprire fino a tre squadre ‘compromesse’, ossia infettate, per ogni sala di controllo. Abbiamo anche previsto la dislocazione di camper attrezzati vicino ai centri per il confinamento dei turnisti per ridurre ulteriormente il rischio di contagio. Finora, però, nessun caso segnalato“.
In termini di consumi è stato registrato un calo “più o meno del 20 per cento” per effetto delle numerose attività che si sono fermate ma l’importante, come specifica Luigi Ferraris, è “che gli impianti di generazione siano sempre pronti a erogare la potenza richiesta“. L’AD e DG parla inoltre del Piano quinquennale lanciato da Terna lo scorso 10 marzo che allo stato attuale non dovrebbe risentire degli effetti dell’emergenza: “Visto che per noi è importante la realizzazione delle opere, non appena cesserà l’emergenza sanitaria potremo contribuire in maniera significativa alla crescita del Pil. È stato calcolato che 1 miliardo investito da Terna genera in un anno circa 15 mila posti di lavoro fra diretti e indiretti“.
Per il Gruppo è il piano di investimenti più grande mai presentato nel corso della sua storia: 7,3 miliardi di euro nella rete elettrica italiana “per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili in un sistema sempre più articolato e complesso“. Accelerare la transizione energetica è l’obiettivo: “Dobbiamo realizzare una ulteriore quota di energia proveniente da fonti rinnovabili: eolico, solare, idroelettrico. Il 2025 è una tappa intermedia. Va realizzata nuova capacità di stoccaggio per le rinnovabili, implementando il ‘capacity market’, ossia la disponibilità di una capacità termoelettrica a gas che assicuri la continuità del flusso elettrico quando cala la produzione da fonti rinnovabili, per meglio gestire le situazioni di picco“. Servono azioni coordinate “e ben venga una cabina di regia per i progetti chiave” aggiunge Luigi Ferraris che richiama in merito il ruolo centrale del Gruppo nelle interconnessioni con Nord Europa, Nord Africa e Balcani: “La nostra ambizione è fare di Terna e dell’Italia l’hub energetico europeo del Mediterraneo“.
L’emergenza Coronavirus non ferma Terna: intervista all’AD e DG Luigi Ferraris
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