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Nuova riunione della BCE l’11 marzo: possibili novità per l’economia europea

È in arrivo una nuova riunione della BCE, prevista per l’11 marzo. L’evento è molto atteso perché potrebbe cambiare le sorti del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), con cui la presidente BCE Christine Lagarde ha fatto dispiegare 1850 miliardi per combattere gli effetti del Covid in ambito economico e per contenere lo spread soprattutto nei Paesi più indebitati (tra cui l’Italia).

La banca tedesca Bundesbank si mostra però insofferente verso questa politica monetaria e spera nell’archiviazione del Pepp. 

Difatti, Althea Spinozzi di BG SAXO ha dichiarato che “La BCE non avrà altra alternativa che aumentare gli acquisti nell’ambito del Pandemic Emergency Purchase Programme per rallentare la svendita dei titoli sovrani europei. A febbraio, i titoli europei hanno perso circa l’1,2% in valore che, escluso il sell-off registrato durante la pandemia Covid lo scorso marzo, è il massimo da quando Donald Trump si insediò nel gennaio 2017. Anche se i rendimenti rimangono ai minimi storici, c’è il rischio che se continuano a salire, le condizioni economiche si irrigidiranno nei Paesi più colpiti dalla pandemia, come l’Italia e la Spagna”.

Inoltre, a metà febbraio, in un’intervista a un quotidiano della Baviera, Weidmann (economista tedesco e presidente della Deutsche Bundesbank) ha riferito che sarà necessario ritirare gli stimoli monetari “non appena sarà prevedibile che raggiungeremo il tasso di inflazione che ci siamo prefissati come obiettivo”. Ritiene infatti che il tasso di inflazione non rimarrà basso come lo scorso anno nel lungo periodo. E se sale l’inflazione, a detta di Weidmann i prezzi in Germania potrebbero salire oltre le previsioni iniziali.

Tuttavia, Spinozzi ha ricordato che l’obiettivo della Banca Centrale è proprio quello di mantenere la stabilità dei prezzi e ridurre le differenze nelle condizioni di finanziamento tra le imprese e le famiglie nell’area dell’euro.  Per farlo, la BCE ha adottato diverse misure, che però non possono fronteggiare un rapido ampliamento dello spread rispetto al Bund nei Paesi più colpiti dalla pandemia, cosa che potrebbe tramutarsi in un serio problema per l’Europa. 

“Pertanto,” ha aggiunto Spinozzi, “ci aspettiamo che la BCE aumenti i suoi acquisti di obbligazioni nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), che rimane ampiamente inutilizzato. La BCE può acquistare fino a 1,85 trilioni di euro nell’ambito di questo programma. Tuttavia, finora ha impiegato solo poco più di 800 miliardi di euro e gli acquisti sono diminuiti nell’ultimo trimestre. Riteniamo che, durante la conferenza stampa della BCE della prossima settimana, Christine Lagarde sottolineerà l’importanza di un supporto continuo all’economia e di un’espansione degli acquisti mensili nell’ambito del programma PEPP. Dovrebbe essere sufficiente per vedere i titoli sovrani europei recuperare le perdite, soprattutto in Spagna, dove lo spread Bonos-Bund si è allargato più velocemente dei suoi pari”.

Dal suo canto, Fabio Panetta, membro italiano del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ha avanzato l’ipotesi di un controllo dei rendimenti da parte dell’Eurotower, poiché bisogna contrastare l’aumento della pendenza della curva dei rendimenti nominali ponderati per il Pil, considerando che “la settimana scorsa i tassi in euro su tutte le scadenze, inclusi quelli privi di rischio, sono rimasti ben al di sopra dei livelli registrati all’inizio di quest’anno”. Per cui “non vi è motivo di esitare ad aumentare il volume degli acquisti e a spendere l’intera dotazione del PEPP – o anche più, se necessario”.

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