“Promuovere la fiducia dei cittadini e il consenso sociale verso un approccio di tolleranza-zero alla corruzione” è l’impegno che Paola Severino porta avanti da quando, nel 2018, è stata invitata a ricoprire il ruolo di Rappresentante Speciale OSCE per la lotta alla corruzione. “La corruzione rappresenta una delle principali sfide globali con cui gli enti devono confrontarsi. Sappiamo come si tratti di un fenomeno che incide sul regolare funzionamento degli apparati statali, sull’assetto delle istituzioni democratiche, sulla stabilità del mercato e sulla concorrenza tra imprese” ha ricordato in un’intervista la Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli sottolineando come la lotta alla corruzione debba costituire un asse portante dell’attività dell’OSCE, anche in virtù del ruolo centrale che l’organizzazione riveste “nel promuovere il dialogo e la cooperazione tra aree geografiche molto diverse, pur essendo strettamente connesse tra loro“.
Nella storia dell’OSCE, Paola Severino è la prima Rappresentante Speciale per la lotta alla corruzione: “Sono molto lieta di questo e vorrei essere di aiuto nel creare le condizioni per un efficace scambio di esperienze e best practice” ha commentato in merito la giurista, dicendosi “consapevole che una efficace lotta alla corruzione è parimenti importante per molti Stati partecipanti che hanno sostenuto la mia nomina a Rappresentante Speciale con il desiderio di essere supportati nei loro sforzi“. Un traguardo da raggiungere attraverso strumenti tradizionali (le missioni, i workshop nei diversi Paesi, la conferenza finale) oltre a strumenti innovativi: “Penso in particolare alla possibilità di organizzare delle conversazioni online, su piattaforme digitali, con i Paesi interessati. Questi ultimi avrebbero così la possibilità di condividere i loro punti di vista e i loro suggerimenti per una efficace lotta alla corruzione“.
Nell’intervista rilasciata in occasione della nomina, Paola Severino si sofferma anche ad un’analisi più dettagliata sul fenomeno della corruzione e le forme di contrasto più efficaci: “La risposta alla corruzione deve essere ad ampio raggio. Se, come correttamente posto dalla domanda, di una strategia deve trattarsi, essa esige un’azione articolata su più fronti e in grado di convogliare energie provenienti dagli apparati statali, dal settore privato ma, ancor prima, dalla società civile“. In quanto “fenomeno che mette in pericolo il patto sociale tra Stato e cittadino, che opacizza il necessario rapporto di fiducia“, la corruzione deve essere combattuta attraverso l’esperienza e la formazione culturale dei consociati: “Il coinvolgimento nelle strategie di contrasto della pubblica opinione, il costante confronto tra i cittadini, la diffusione di politiche di legalità nelle scuole e nelle università, possono rivelarsi un potente antidoto alla corruzione“.
In questa prospettiva l’OSCE può “farsi portatore di una strategia di sintesi tra le diverse esperienze degli Stati partecipanti“. L’obiettivo comune secondo Paola Severino dovrebbe essere quello di redigere un proficuo e costante scambio delle best-practices esistenti: “In questo percorso, l’OSCE può svolgere un ruolo prezioso proprio in considerazione delle possibilità di perorare una circolazione su base paritaria di queste esperienze. Le missioni OSCE nei diversi Stati stanno già attuando una significativa opera di sensibilizzazione al riguardo e diffusione dei principi guida nel contrasto alla corruzione“.
Per maggiori informazioni:
https://www.osce.org/chairmanship/382201
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