“Oggi business e tutela dell’ambiente devono andare di pari passo e per perseguire questo obiettivo ci sono strategie precise e molto concrete come l’utilizzo di materie primarie ricavate da fonti rinnovabili, la messa a punto di processi efficienti dal punto di vista energetico e la minimizzazione dei costi di approvvigionamento. Sono cose che si possono e si devono fare”. È quanto dichiarato da Diana Bracco, Presidente e CEO del Gruppo Bracco, nel suo intervento alla Tavola rotonda “L’economia circolare, nuova frontiera della competitività”, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento.
“Nella nostra esperienza – ha affermato l’imprenditrice nel suo videomessaggio – lo abbiamo toccato con mano: rispettare l’ambiente con cicli produttivi all’avanguardia e sicuri, limitare gli scarti, ridurre al minimo gli impatti sulla biodiversità preservando gli ecosistemi, investire in modo continuo in R&I è la via per vincere sui mercati globali. È questa la filosofia che ha permesso al nostro Gruppo in 97 anni di storia di diventare leader mondiale dell’imaging diagnostico con oltre 1,8 miliardi di fatturato e 3.700 dipendenti”. L’impegno del Gruppo per uno sviluppo sostenibile risale effettivamente già ai primi anni ‘70. “Prima ancora dell’approvazione della Legge sulla tutela delle acque – ha ricordato Diana Bracco – mio padre Fulvio Bracco decise di costruire un pionieristico impianto di depurazione delle acque del fiume Lambro, costruito col sistema della Ciba Geigy”.
Anche la scelta di non costruire su aree vergini e recuperare invece zone ad alta impronta chimica è un altro tratto rappresentativo dell’enorme valore che il Gruppo dà alla sostenibilità. Il sito di Ceriano Laghetto, ad esempio, “è nato nell’area ex Acna, su cui Bracco ha contribuito a un’importante bonifica ambientale”. La moderna fabbrica 4.0 costruita a inizio anni 2000 in Friuli-Venezia Giulia sorge nelle storiche architetture della Snia a Torviscosa. “Tutti gli insediamenti produttivi di Bracco, in Italia ma anche nel resto del mondo, prestano una particolare attenzione all’impatto ambientale e alla sicurezza”, ha sottolineato la Presidente e CEO.
Nell’ottica di abbattere le emissioni di CO2, l’azienda ha di recente aderito al primo modello di “comunità energetica remota” in Italia. Denominato Renewability, permette ai membri del consorzio di investire negli impianti rinnovabili in forma aggregata e approvvigionarsi dell’energia prodotta dagli stessi. Tra le altre iniziative sostenibili promosse dal Gruppo Bracco il “Circular Water 4 Healthcare”. Frutto di una collaborazione con Synlab e l’Irccs Ospedale Galeazzi del Gruppo San Donato, anticipa le direttive europee sul trattamento dei rifiuti ospedalieri che entreranno in vigore a partire dal 2035, focalizzandosi sullo sviluppo di tecnologie per la gestione circolare delle risorse idriche nell’ambito ospedaliero, con il recupero di materie prime e l’attivazione di processi circolari di riutilizzo.
“Produrre sul modello della circular economy – ha concluso Diana Bracco – è per noi la risposta in positivo alla sciagurata cultura della decrescita, perché puntare sulla sostenibilità e su tecnologie pulite è il modo migliore per creare posti di lavoro duraturi. Le preoccupanti derive ideologiche che minano la competitività dell’Europa mettendo in pericolo la sostenibilità economica e sociale vanno tenute a freno”.
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