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La finanza soffoca l’economia reale

Arriva l’enciclica “verde” di Papa Francesco ispirata al santo di Assisi. Richiamo alle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali.

Un’«ecologia integrale» che sappia mettere in relazione «il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda. Il recupero di una visione, fondata sull’insegnamento biblico, dell’uomo come custode del Creato, ma non come suo padrone assoluto, che abbia la libertà di fare ciò che vuole della natura a scapito del prossimo e delle generazioni future. Ma anche una critica alle visioni «estremiste» che considerano l’uomo causa di tutti i mali del pianeta e a quanti, «invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare in modo diverso, si limitano a proporre una riduzione della natalità».

E ancora, un monito forte sul «paradigma tecnocratico» che «tende a esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica» e impedisce di riconoscere che «il mercato da solo» non garantisce «lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale». L’attesa enciclica verde di Papa Francesco «Laudato si’» abbraccia molti campi perché il tema stesso tocca ogni ambito della vita civile: «Oggi un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale». E, «di fronte al deterioramento globale dell’ambiente» si rivolge «a ogni persona che abita questo pianeta». Nessuno potrà dire che le parole del Pontefice non lo riguardano perché portano tutti a interrogarsi sui propri comportamenti di fronte a un problema sempre più serio che coinvolge i sistemi politici e produttivi mondiali come le piccole azioni quotidiane di ciascuno. La lettera si compone di un prologo e sei capitoli. Segno caratterizzante dell’enciclica è il taglio ecumenico. Non solo ci sono due punti in cui viene ampiamente citato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, da anni impegnato a richiamare «l’attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali» ma alla presentazione ha partecipato il metropolita di Pergamo Giovanni Zizioulas, uno dei più grandi teologi ortodossi, che ha tra l’altro proposto di estendere a tutti i cristiani la giornata di preghiera per l’ambiente che dal 1989 gli stessi ortodossi celebrano il 1° settembre.

Francesco parte da una panoramica della situazione attuale (con grande attenzione all’inquinamento, ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze sulla vita delle persone) per poi passare alle motivazioni che si ritrovano nella tradizione giudeo-cristiana della difesa dell’ambiente.

Il terzo capitolo è dedicato alla ricerca delle radici profonde della crisi ecologica. Qui il Papa, citando la «Caritas in veritate» di Benedetto XVI sulla «priorità dell’accesso al lavoro per tutti» (ma tutta la lettera fa riferimento agli insegnamenti dei suoi predecessori) ricorda che «rinunciare a investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società» e sottolinea che «la finanza soffoca l’economia reale». Più avanti il Papa sostiene che «il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro». Nel quarto capitolo viene definita quella che il Pontefice chiama «ecologia integrale». Gli ultimi due sono dedicati a proposte concrete. Il quinto è un richiamo alla necessità del dialogo e all’urgenza di passare dalle parole ai fatti. Il Papa non manca di criticare i vertici mondiali inconcludenti e chiede «un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali». L’ultimo capitolo, invece, propone «un altro stile di vita» che va dalla modifica del «comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione» all’educazione che si traduce in piccoli gesti quotidiani, dallo spegnere le luci inutili alla riduzione del consumo di acqua. In altre parole, la riscoperta di una sobrietà che si richiama alla virtù cristiana della povertà, ovvero dell’uso consapevole dei mezzi materiali a disposizione di ciascuno che combatta lo spreco, l’abuso, il consumismo.Una vera e propria «conversione ecologica» perché non tutto è perduto. Facile comprendere che in certi ambienti, in particolare negli Stati Uniti, l’enciclica non abbia ricevuto un’accoglienza entusiastica. Ma i richiami del Papa hanno fondamenti scientifici.

Lo ha ribadito nel corso della presentazione il prof. Schellnhuber, fondatore del Potsdam Institute for climate impact research, il quale ha ricordato : «Non sono i poveri a causare il deterioramento ambientale – ha affermato – ma gli sprechi e i consumi dei ricchi».

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