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Giampiero Catone su “La Discussione”: il mondo del lavoro tra assistenzialismo e nuovi investimenti

Il tema del lavoro e del mancato incrocio (“Mismatch”) tra domande e offerte: è questo l’argomento affrontato da Giampiero Catone, Direttore del giornale “La Discussione”, in un recente editoriale. L’approfondita riflessione parte da un problema innegabile, di cui tutti dovremmo occuparci: “Ci sono richieste per centinaia di migliaia di posti liberi, soprattutto, si cerca personale specializzato, ma anche lavoratori di ogni grado e ruolo. Nel contempo rimangono insoddisfatte la maggior parte delle richieste”, scrive il Direttore.
Venendo alle cifre, i disoccupati sono 2 milioni e 74mila, mentre gli occupati sono recentemente risaliti oltre i 23 milioni. “A questi 23 milioni chiediamo tutto in termini di impegno, tasse, e il mantenimento di un sistema previdenziale che vede 17 milioni 749mila assistiti”.
Imprese e dipendenti hanno entrambi le proprie ragioni, secondo Giampiero Catone: gli imprenditori sono costretti a ridurre le attività produttive per mancanza di manodopera, ma è anche giusto che i lavoratori chiedano salari migliori e condizioni ottimali.
“Nel Paese ci si concentra troppo sulle scelte assistenziali, parliamo di miliardi per misure come Reddito di cittadinanza e altri incentivi, e non sulle politiche attive del lavoro. Si disincentiva chi lavora e produce, allora la crisi delle imprese e dell’occupazione sarà sempre più grave.”
Il Direttore fa quindi riferimento anche al delicato tema del Reddito di Cittadinanza: ogni posto di lavoro creato è costato allo Stato almeno 52mila euro, oltre il doppio della spesa annuale di un imprenditore che paga a tempo indeterminato un operaio full time. Una riflessione importante, che dovrebbe spingerci verso delle soluzioni correttive.
Dall’altra parte, è innegabile che servano stipendi più pesanti, orari e condizioni di lavoro migliori, ma non solo: dovremmo dire “basta spese improduttive che assistono persone che non vogliono lavorare, oppure troppi giovani non hanno intenzione né di studiare, né di lavorare tantomeno formarsi per una occupazione”. Al contempo però, Giampiero Catone sottolinea che “i giovani sono il futuro e su di loro è importante investire”, una mossa che il Pnrr tiene bene a mente con investimenti dedicati alle future generazioni. Il Direttore conclude sottolineando l’importanza di percorsi formativi adeguati e di nuove infrastrutture per far incontrare lavoratori e imprese: l’occasione per ridurre assistenzialismo e sprechi, e per dare “più soldi a chi lavora, si innova e crede nel futuro” c’è. Sta a noi coglierla.

Per maggiori informazioni:
https://ladiscussione.com/170233/lavoro/il-lavoro-ce-mancano-i-lavoratori-i-frutti-perversi-dellassistenzialismo/

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