L’Opec ha archiviato senza difficoltà la pratica dei tagli alla produzione di petrolio – che proseguiranno fino a marzo 2020, come da anticipazioni – ma il vertice dell’Organizzazione si è incagliato sul tema della collaborazione con la Russia, che solleva una crescente e ormai diffusa insofferenza.
L’Arabia Saudita in particolare è accusata di unilateralismo, a causa della relazione sempre più stretta con Mosca, con cui concorda le politiche produttive scavalcando le prerogative dell’Opec. L’asse, costruito nel 2016, si è rivelato utile per governare il mercato, ma si è rafforzato al punto che ora dà fastidio.
«L’Opec potrebbe morire», ha avvertito il ministro iraniano Bijan Zanganeh. E proprio il suo ostruzionismo sarebbe il motivo principale per cui le discussioni a Vienna si sono protratte molto più a lungo del previsto, in un braccio di ferro estenuante che alla chiusura dei mercati petroliferi non si era ancora interrotto.
Be First to Comment